La forza dell’onda – Pieve Ligure – Agosto 2006
C’è uno stato di benessere totale che alle volte mi prende, con sorpresa.
Ho mai avuto una particolare dimistichezza con il nuoto. Sono abbastanza a mio agio nell’immergermi dentro il mare con una bombola e mi trovo ancora meglio quando navigo su uno scafo a vela, quand’anche la forza dell’onda avvolge il ponte ed il rumore del vento che la genera assorda ogni altro suono. Tuttavia, vai a sapere perchè ;), quando si tratta di stare a galla e nuotare, ho spesso avvertito affanno nel respirare, provando, di conseguenza, un certo senso di panico. Qualcosa di simile alla sensazione di vertigine con la quale lotto, senza troppi successi, da una vita.
Eppure, mi sono sempre detto: dov’è il problema? Forza Mic. Devi farcela. Respira, con calma. Respira e muovi le braccia. Lascia fluire l’acqua intorno a te e… Si, immagina di essere un pesce. Senza paura.
Un pesce, fino ad oggi, lo sono mai stato. Fino ad oggi. Quando, inesorabilmente attratto dalla bellezza dell’acqua, ho abbandonato i miei pensieri sugli scogli ed ho tuffato il mio corpo a soldatino dentro il blu che si muove sempre. Ho inspirato, espirato e mi sono lasciato dondolare dalla corrente avvertendo, da subito, una sorprendente mancanza di peso. Ho visto me da dentro ed era l’immagine di un danzatore nello spazio. Mi sono diretto, con la mia piccola macchina fotografica a tracolla, dotata di apposita custodia subacquea, verso l’onda. Per catturarne la forza.
Poi ho iniziato a far ballare braccia e gambe. Sono trascorsi cinque minuti. Poi dieci, venti… Ed ero ancora lì, perpendicolare all’orizzonte, a nuotare verso il largo senza alcun timore. Bellissimo, mi dicevo. Mai mi ero sentito così bene, a galleggiare tranquillo ed, altrettanto tranquillamente, a respirare, veramente, il mare. Senza fiatone, ho fatto l’amore col mare. Finchè non è giunta la sera.
Parentesi. A settembre dello scorso anno decisi che era il caso di imparare, una buona volta, a vivere e respirare (di conseguenza), con maggiore naturalezza, l’elemento della natura che amo di più: il mare. Intravidi, nel blog, una rotta possibile. Così mi inventai un nick ed iniziai a scrivere le mie fregnacce su queste pagine. Sai mai, mi dissi, che, a furia di leggere questa parola, respiromare, tanto evocativa per me, io riesca a mettere da parte le mie residue paure, vincendole come la forza dell’onda sa vincere ogni resistenza? Ecco la ragione di un nome. L’istinto del lasciarsi vivere. Chiusa parentesi.
La sera sono risalito a riva e, ascoltando Mozart, mi sono sdraiato su uno scoglio ad osservare le nuvole. Con l’incoscienza di un bimbo ho sorriso alla mia piccola impresa e mi sono addormentato, travolto da un’imprevedbile senso di pienezza. Lo squame, tuttavia, non è ancora spuntato sulla mia pelle.
P.S. Ogni onda è unica e trova sempre, con naturalezza, uno spazio nel quale adagiarsi. Riempiendolo di spuma e forza. Basta non mettere barriere.