Il dolore sboccia piano, stasera. È una lacrima rossa di passione che scorre lungo la collina del mio zigomo e si frastaglia, evaporando, infine, sulla vallata accanto al mio labbro. Asciuga il sogno di un nuovo mondo appena iniziato ad esploarare ed immortalato attraverso la caleidoscopica lente del mio 17-35 mm. Un mondo soffiato di primavera e sabbia tra le mani. Di entusiasmo frenetico nelle parole che descrivevano, fino a pochi germogli di tempo fa, del suo credere in me. A prescindere. E dei suoi mi manchi. Poi succede. È successo. Come sempre. A tradimento e senza guardarsi negli occhi. Che la paura trafiggesse la primavera. Ed eccolo, l’inverno, buio e senz’aria, che ricopre le mie dita e le invecchia di cent’anni. E con l’inverno è arrivato, a braccetto, anche il silenzio. Il più acidamente efficace tra i medicamenti per arginare greggi di parole senza azioni. Parole scritte che vorrebbero scavare per raccogliere i fiori dell’anima ed, invece, sono infettate dal germe del dubbio. Gi occhi parlerebbero. Le mani parlerebbero. Perfino il cuore lo farebbe. Capirei. Avrei.
Eppure c’erano stelline di mare, tra le sue mani. Mi avevano sussurrato che, quest’anno, la primavera sarebbe durata anche d’inverno. Avevo creduto loro ed al divenire delle sue parole. Ma queste guardavano solo ai suoi occhi. Senza orologio mi abbandono al suo abbandono per corrispondenza.
mio mic, cucciolo mio. lascia che dolore sia. sai che è anche un po’ mio il tuo dolore e lo sento, perchè mi arriva. per un po’, basta coi nasi rossi. solo lacrime rosse, ma solo per un po’ lasciale lì…
ti voglio bene, mia anima speciale. e ti guardo negli occhi.
Tu abbandonati. Ma io non ti abbandono, amico mic.
Le cose non sempre vanno come le sognamo. Anche quando le sognamo così forte da sembrare vere.
Ma non aver paura dei tuoi silenzi.
E non aver paura delle tue lacrime.
Non aver paura dell’amore che fa male, ancora una volta, perchè ancora una volta, vedrai, tornerà a farti bene.
Ti abbraccio.
La ricerca della propria riva, del proprio guscio è quasi sempre lunga e sofferta.
Ci sono persone che trovano subito il loro porto o si adattano ad un porto non proprio loro…ci sono persone che non lo trovano mai, nonostante sofferenze e ricerche.
Penso, al di la della sofferenza e della delusione, soprattutto, che si prova al momento, che quella ricerca debba continuare, nascosta, quasi involontaria, offrendo ad ogni persona il meglio di se…
Il tuo porto è ancora la…e ti aspetta. Dagli la possibilità di riconoscerti, quando lo incontrarai…quelli che sono stati, sono stati solo dei porti sbagliati.
Luca
I silenzi sono più eloquenti delle parole a volte, ricosci la pienezza dallo strappo che ti lascia la sua improvvisa dipartita.
concordo con luca
ti lascio un sorriso
Il dolore .. una galleria buia da affrontare giorno per giorno .. ogni giorno riuscirai a vedere una piccola luce che diventerà sempre piu’ intensa finchè non ne sarai uscito.
Ti abbraccio forte Mic, non sei solo.
I dolori sono diversi, tanti e poche volte ci abbandonano… ma non avere paura, arriverà presto ciò che meriti.
Un bacio grande.
Sai .. mi viene voglia di farlo per te, per altri, per tutti. Una grande buca nella sabbia in riva al mare per sepellirci tutte le parole del mondo affinchè il mare le copra e se le porti via
all’amore pone fine il tempo, non il cuore…
un abbraccio
una carezza. sul cuore.
Blue
caro, michelino….ma sai a volte il tempo fa da consigliere e tutto ritorna primavera. il freddo è brutto e metti sempre dubbi quando si è chiusi in casa. forse è questo. forse no. chissà. solleva il mento e guarda su in cielo. vedi quante stelle ancora brillano? una di quelle sei tu. quindi semmai piangi sono solo lacrime di diamanti. ad arricchire i sentimenti di chi legge le tue parole. a presto. m.
dolore che trafigge
Ehi ,ciao dolce Mik,ho letto il tuo post,l’ho cercato ogni sera ,poi stasera finalmente…ma non era come avrei voluto…tristezza,malinconia, abbandono ,nooooooo,ti lascio un abbraccio strettissimo ,fortissimo,ciao da Me
siamo sulla stessa lunghezza d’onda..
Vorrei poter tirar fuori una battuta ironica, scherzarci sopra, farti ridere, ma in questo momento non ci riesco.
Ecco, ti lascio un abbraccio e una scatola di cerotti, cerotti per le ferite che ti fanno male. Anzi, che VI fanno male. Perche’ mi viene da pensare che certe scelte siano sempre difficili, per chi le compie come per chi le subisce.
Ciao
Charm
In un’altra occasione mi verrebbe da dire che non ci sono più le stagioni di una volta… Ma ora ti abbraccio e basta. Senza parole di troppo.
Michi
io ci sono.
parliamone se vuoi e quando vuoi.
e se le parole non servono a un cazzo, allora guardiamoci negli occhi, attraverso bicchieri, ai due lati di un tavolo.
Rex.
Un abbraccio…
sincero…
…solo un grande abbraccio sincero, sentito, pieno di affetto…
Mi fa impressione questo tuo dolore pubblico.
Certo, ci sono anche io ovviamente, quando vuoi.
Ma non sono la persona adatta a dire altro, sono e rimango sempre amica di entrambi.
… tre gocce, che rimbalzano nell’annima…
e si asciugano con il sole dell’estate…
ti abbraccio
…paura o vigliaccheria… non guardarsi negli occhi?
…sarebbe tutto più sopportabile… ma non il silenzio…
un abbraccio
Bet
non l’avevo letto questo, ed era quello che spiegava tutto. E mi lascia un sorriso triste e di comprensione. Perchè sì, Michele, si torna ogni volta a credere che la primavera duri anche d’inverno. Se non si viene illusi, ci illudiamo comunque. E quando arriva la disillusione, con lei sta la compagna amarezza. Ma uccidere quel sentore di primavera è difficile. Costringersi all’inverno per rinascere pronti ad una nuova stagione, lo è altrettanto. E per questo, in effetti, l’orologio non serve proprio. Ci vuole tutto il tempo che ci vuole. E ci vuole tutto il se stessi che ci vuole.
Anna