
Stella stellina mia per piccina che tu sia ti scoverò ed in fondo ti bacerò.
Stella stellina mia per piccina che tu sia ti scoverò ed in fondo ti bacerò.
Schubert, Symphony #4 C Minor Tragic – Andante. E’ musica che mi ispira. E’ passione pura. Espansione della pelle in note.
La ascolto dopo un caffèsigaretta e poi mi metto a scrivere.
E’ da tempo che non faccio l’amore. Da molto che non mi risveglio raccolto in una mano che non sia la mia. In uno sguardo sgarabugliato che mi sorride e mi dice: stiamo ancora un po’ a letto, il mondo può aspettare. Sono mesi oramai che non esploro la tua pelle, donna, e che non mi tuffo nel tuo bosco caldo ed umido giaciglio. Stasera vorrei.
Vorrei godere.
≈
Mi sorprendo mentre ti sollevi la gonna e mi passi la mano sulla fronte.
L’aria è tiepida oltre le grandi finestre e la musica di Schubert ci rinfresca di sorrisi ammiccanti per nulla celati.
Mi guardi nel profondo del mio mare e lo desideri anche tu.
Scivola la tua cannottiera bianca e volano gli stivali. Vola la mia fantasia presente.
Ti guardo nelle onde dei tuoi riccioli castani che ti accarezzi. Mi accarezzi.
Cala la notte e calano le tue mutandine.
≈
Ci guardiamo fino a sfocarci e le lingue navigano in un mulinello comune. Parlano senza parlare.
Respiro.
Mi piace assaggiare i tuoi capezzoli nocciola e con i polpastrelli delle mie mani forti percorrerti la schiena graffiando la tua pelle d’oca.
Mi concentro.
Ti sento respirare più forte ed il cuore accellerare.
Sorrido.
Ci respiriamo, ci concentriamo, ci sorridiamo.
≈
Ora ci cerchiamo senza perderci. Senza abbandonarci. Con la tua pelle madida di mari interni innondi le mie rocce sporgenti. Ci strofiniamo zolfo e ruvido. Ci svolgiamo e con grazia primitiva partiamo verso un viaggio apparentemente senza fine. E’ appena l’inizio di una sera d’amore: di confidenziali gesti che mi fanno sentire tuo complice in tutto e per tutto in un gioco di deliziosa magia. E tu, il mio piccolo fiore dai petali aperti, ami amarmi. Mi fai sentire la tua scultura di sogno da plasmare nel divenire delle tue emozioni. Navighiamo, navighiamo prendendo il largo guidati da una bussola impazzita e sospinti dalla brezza fresca del nord che conduce la nostra prua verso sud. Verso il caldo.
Vibriamooooooooooohhhh ahhhh. Ci inarcuiamo e ci entriamo. Ci sospendiamo e balliamo nel doceamaro sapore, saporemare. Ci.
E’…. è, si, dimmi. E’ bell…. Dimmelo non avere paura. Dimmelo piano o gridalo se preferisci. Caccia via i timori e gli imbarazzi. Dimmelo dai. E’. E’ belliss… sai. Sottovoce. Lo so che ogni uomo ama sentirselo dire. E’ una debolezza, comprendila. E’ bellissimo BELLISSIMO. E’ ora. E’ la vita. Si. Urliamolo insieme. Sei bellissima. Siamo bellissimi. E’ adesso. Senza pensieri solo… Solo battiti e idee fuse insieme. Solo tutto. E’ tutto bellissimo.
≈
Ritmo.
Comunichiamo.
Godiamo.
Pelle-pelle.
Labbra-labbra.
Anima-anima.
Sensual-mente.
Avrebbe anche potuto chiamarsi così, questo blog.
C’è questa parola, prospettiva, che mi insegue da qualche mese. La sento come la chiave universale per aprire tutte le porte che desidero aprire. La barca a vela con la quale capire e carpire, al meglio, tutti gli stati del mare. Gli umori dell’anima. Quasi tutti. E’ tardi, molto tardi ed ho ancora un bel po’ di lavoro da sbrigare prima dell’appuntamento dalla commercialista, domani mattina. Eppure ci tenevo ad iniziare a scrivere di questo argomento perchè so che ne discorrerò ancora a lungo fino a carpirne i significati più profondi.
Ho anche un moscerino cattivello nell’occhio ma non mi arrendo. Me lo sciacquo via. Bevo un gollata d’acqua e mi preparo una sigarettina. Sono le 3 di notte. Di una notte quieta a Vernazzola, di fronte al mare tra Genova ed il Monte di Portofino. Esco un momento. Per dare una boccata d’aria. L’aria è tersa. Si vedono lucine lontanissime sul Monte e nel cielonotte. Nitidissime come le sensazioni che sento di esprimere.
Poi riprendo. E chissenefrega se le ore di sonno saranno comprese tra le dita di una mano. Sto bene. Perchè comunico. E non solo con il muro bianco-azzurro-blu di questa splinderfaccia ma, sopra tutto, con i folletti-personaggi che abitano la mia scatola luminosa. Mi esprimo. Ascolto. Scatto. Abito i miei pensieri. Anzi no, non ho tempo per pensare. Per questo sto bene. Abito le mie sensazioni: questa si che è vita!
Il viaggio è il modo migliore che conosca per percepire le emozioni in movimento. Il viaggio intorno agli oggetti, intorno alle menti, intorno ai panorami. Non a caso in passato mi specializzai nelle fotografie panoramiche a 360°. Perchè uno scorcio non è pieno se non se ne rappresentano tutte le sue componenti. I dettagli tutt’attorno in un mosaico di sfumature che, prese singolarmente, significano niente oppure molto poco, rispetto alla completezza che i molteplici frammenti vanno a comporre. Così è per tutto.
Per capire chi ti sta innanzi non basta esplorarne un’aspetto o due. Fermarsi davanti alle categorie conosciute che meglio lo rappresentano. Non mi è sufficiente sapere quanti anni hai, di che sesso sei e sei sei bella/o per intenderti e, magari, apprezzarti. Non mi basta vedere la foto di una statua per goderne l’aura. Non è abbastanza stringerti la mano per capire se ti amo. Voglio di più. Voglio girarti attorno. Desidero sentire le diverse prospettive.
Godere di tutte le luci che ti possono illuminare e scrutare di te gli angoli che più mi solleticano. E’ necessario in una conversazione, cara o litigiosa che sia, uscirne per un momento e capire da fuori come stanno veramente le cose. Di una montagna all’alba aspettare anche la notte per possederne i segreti. Di una casa vederne il retro, la cantina, il bagno per apprezzarne l’architetto.
Del mare è decisivo vederne la burrasca per solcarne la calma. Respiro. Ascolto “Every breath you take” dei Police. Mi rilasso davanti alla nottelunga e prolifica. Bevo. Bevo ancora. Non volevo scrivere così a lungo. Vabbeh! Guardo il buio della notte e mi sento un po’ meno solo. Every breath you take… I’ll be watching you, la canto e, quando canto, vuol dire che sto proprio bene, sai, caro blog. Mi sto imbelinando, si, ora parlo anche col blog. Tra poco darò del gruviera al mouse, sempre che non scappi. Sento di non aver ancora finito. Di aver solo cominciato ad entrare in una dimensiione diversa, in un abito poco indossato fino ad ora, senza lustrini e cravatte. Una abito trasparente come le parole, liquide (piccola licenza poetica), che cadono da sole sulla tastiera.
Dicevo… le prospettive. Prospettive poco future. Presenti se mai. Nel senso che i sensi, se ben alleati tra loro, possono regalarci percezioni fantastiche difficili da ricostruire in seguito e le emozioni che ne scaturiscono sono vere solo quando si vivono. I ricordi, invece, possono essere caldi o freddi ma sono spesso bugiardi. Almeno credo.
Non voglio più fermarmi all’apparenza. Desidero collezionare tutti i pastelli del mosaico che ogni giorno costruirò e… quando mi sentirò stanco o svogliato chiuderò un poco le palpebre per tornare a vedere sotto una nuova luce e ricordarmi del perchè un fotografo è un bravo fotografo. Un artista è più grande degli altri. Perchè sa cogliere prospettive nascoste ai più. Più semplicemente perchè ha grande la curiosità di esplorare, fuori e dentro, con grande sensibilità le facce di un gioco che è uguale da sempre e rinnovato ogni secondo.
Buona notte. Forse si stanno aprendo prospettive sensualmente nuove.
Mi sento una pallina da flipper. Che rimbalza rimbalza rimbalza dentro le mie e le vostre parole scritte e lette con frenetica fame. Deng slavvvv strolz!
Come ho scritto stasera in un messagio… Temo proprio di aver iniziato il mio cammino dentro il tunnellelè di una delle droghe più perverse e dannose che esistano. Quella delle parole sputate a valanga dentro la mia scatola luminosa e che si sovrappongo mescolando infantili poesie ad acidissime storie di ordinaria follia. Tra tutti questi pixel quelli che introducono nella mia mente le emozioni più pure e vivide mi graffiano e mi potrebbero, alla lunga, fare anche molto male.
TILT!
Disse un tale ad una tale.
Ed io mi sto innamorando. Di voi. Che leggo insaziabile.
Sopra tutto che ascolto. Senza ascoltarmi (troppo).
Come il vento, con il vento respiro aria nuova, frizzante e portatrice di incredibili novità.
Socchiudo gli occhi ed afferro con la mente le vostre parole a formare un mosaico di mille e mille sfumature.
E vorrei fare l’amore. Fortissimamente l’amore.
Con le vostre poesie.
Con i vostri racconti.
Con le vostre vite.
Vorrei fare l’amore con i vostri sogni.
Riapro gli occhi e sorrido al nuovo mare.
Respiro senza sforzo e come sott’acqua mi sento un germe di nuova vita.
Se son blog bloggheranno.
Oggi compi gli anni.
Mi riempo di emozioni ogni volta che ti vedo, ogni volta che ti sento, ogni volta che ti abbraccio.
E’ una giornata di pioggia e scirocco incazzato questa domenica. Una bellissima giornata nella quale vorrei comunicarti tutto il mio amore. Il mio ringraziamento. La mia commozione. Ti festeggeremo una volta di più, insieme, tutti ancora insieme per fortuna, con un pranzo delizioso rallegrato dal baccano dei bimbi. Con 69 candeline e mille bollicine da riempire l’aria di felicità. Quella felicità che, lo devo capire bene, forse tra qualche anno ricorderemo con una nostalgia infinita perchè gli anni avanzano e le persone invecchiano. Perchè questa è la vita. Che ricorderemo nelle foto, nei racconti, negli oggetti.
Per questo desidero rendere incancellabile ciò che è, il presente di una giornata bellissima.
Vorrei scrivere per te la mia poesia più bella.
Vorrei donare a te il mio sorriso più pieno.
Vorrei inventare per te la mia carezza più calda.
Un po’ mi dispiace di non averti mai regalato dei nipotini, di non essere diventato un grande avvocato-commercialista-borghese, di non credere alla tua religione. Mi dispiace ma non troppo perchè sento che, in fondo lo sai, la cosa più importante è credere ai propri sogni e viivere la vita come un’avventura alla scoperta delle incredibili sfumature che essa può offrire.
Grazie di tutto mamma. Ti respiro. A te il mio mare di auguri.
Tutti scrivono poesie fino a 18 anni, poi continuano solo i poeti o gli imbecilli.
(Famosa massima di Benedetto Croce, traslata da Fabrizio De Andrè)
Credo di essermi fermato per tempo anche se, di tanto in tanto, perdo il controllo (molto raramente) e me ne scappa una.
I tali casi, ovviamente, mi sento un imbecille. Che c’è di male?
Anche stasera la tentazione è tanta, troppa, irrefrenabile.
La Zanzara
Perchè mi rompi i coglioni?
Io voglio solo scrivere di cuore ed amore, di infinito e mito, di rose maliziose.
Ma come faccio con te che mi ronzi tutt’attorno e prendi di mira i miei pori?
Vorrei fosse inverno perchè sicuramente sarai sparita o solo assopita.
Ma dove cazzo si nascondono le zanzare d’inverno?
Dove?
Sono qui e mi faccio i blog miei, rincorro commenti e vaneggiamenti.
Cerco ispirazioni su gugl.
Tento rime leccate che non funzionano con parole tipo ignara e gara…
Perchè imperturbabile tu mi cerchi? Ma chi ti vuole?
E poi… dove sei finita? Vorrei avere una stanza tutta bianca, sferica e senza soprammobili per trovarti con facilità.
Per farti il barbe-cue. Ma.
Mi passi davanti al monitor ridacchiando mentre mi concentro su draculino rabarbaro e vino.
Sangue del mio sangue.
Ah! Quindi se ti uccido commetto uno zanzaricidio.
Allora ti lascio andare.
Ignara se ne va la zanzara.
Tra noi è finita la gara.
Devo riflettere se mantenere ancora attivo il mio primo blog, inserito nel lontano 31/12/2002 nel mio sito personale ioweb oppure no. Se far diventare tale sito esclusivamente una vetrina per esporre, come faccio da anni, esclusivamente le mie fotografie, i panorami a 360°, ed i siti realizzati in questi ultimi anni. Insomma quello è un sito di lavoro e sto proprio pensando di separare ciò che mi ha dato da mangiare dalle mie passioni ed i miei sogni, da sempre gradevolmente imprigionate, per l’appunto, nel mio mondolavoro.
Penso che lo farò. Perchè…
La cosa interessante, decisamente più interessante, dentro questo mondosplinder è la ragnatela di contatti che si viene a creare. Un albero di emozioni che non si finisce mai di esplorare e, quando ti sembra di aver intercettato qualcosa di interessante tra le pagine dei vari blogger, scopri sempre un nuovo personaggio, più stimolante e curioso dei precedenti.
E poi… c’è quel giochino simpatico dei commenti incrociati che non capisci se la gente li riempe per fare pubblicità a se stessa, al proprio blog, oppure perchè realmente si appassiona a quel che racconti.
E poi… c’è chi se la racconta, chi usa immagini e sfondi teatrali per darsi uno spessore ed un’unicità altrimenti assenti dal succo aspro o dolce delle parole scritte. C’è un mondo di matti, insomma.
E poi.. ci sono i sognatori indefessi che realizzano l’ambizione della doppia vita. In quella tradizionale fanno i postini a Pizzighettone e qui dentro sono fate morgane e cowboys postmoderni.
Lo farò.
Si.
Prendo in mano la mia fidata bussola e mi tuffo. Nel nuovo mare per respirare altro mare. Spero solo di non schiantarmi contro la prima roccia semisommersa.
E basterebbe uno straccio di vela
Per andare lontano
Dove il mare è profondo
E soffia forte il vento
Dove un amico è un amico
E il cielo è il cielo
Basterebbe il coraggio
E uno straccio di vela
Testo: Sergio Endrigo
Proprio oggi sei mancato. Non mi mancheranno mai le tue canzoni.
Sopra tutto ho ricominciato a bloggare, a volare, a comunicare.
A leggere ed a scrivere.
Ad esplorare dentro e fuori.
A non guardare il passato ed il futuro.
Michele PRESENTE!