
Due anni due! Di astinenza. Così mi ordinò un mercoledì di qualche tempo fa la mia dottoressa dell’immaginario. Di fronte a lei era tristemente accartocciata l’ennesima scatola, assurdamente vuota, di cioccolatini al peperoncino dagli effetti desiderati.
Ella si alzò di scatto. Mi fissò per un ventesimo di secondo. E, con calma perentoria mi disse, dall’alto del suo sguardo impertinente: “Basta! Troppi cioccolatini. Ne hai mangiati davvero un’enormità, mio caro poco paziente!”. Ed aggiunse: “Così proprio non può andare avanti, io ho paura, veramente paura, per la tua salute. Hai esagerato con queste dosi industriali di droghe fatalmente inebrianti. Ti fanno male. Lo sai. Lo sai benissimo che, poi, gli effetti collaterali sono devastanti per il tuo precario stato sospeso. Tu ne sei attratto come per mistero. Due anni due! Di astinenza. Poi vedremo. Questo è il tutto.”.
A quel tempo io ero un equilibrista e lavoravo per il circo del sole. Il mio attrezzo era una fune, la mia sola ed unica amica. Bimbi e grandi inventavano per me espressioni di sopresa ogni qual volta mi esibivo dall’alto di 30 metri di sopraelevata fantasia. Guardavo il mondo da una pospettiva necessariamente superiore. E godevo di ciò. Provavo gola, profonda attrazione verso il profumo delle molte e provocanti emozioni che volteggiavano nel vuoto che mi circondava. Lo percepivo nell’aria, richiamo sireniaco, quel profumo generato da mille farfalle di sfavillanti colori. Con vertigine resistevo, tutto il tempo dello show. Le mie braccia, che agli spettatori apparivano aperte e sicure in leonardiana posa, in realtà non facevano altro che tentare di acchiappare qualche scampolo di brivido alare. Mi sentivo farfalla anch’io, ma senza ali. Avevo solo voglia di volare. E partorire sorrisi nel mio pubblico ansioso di vita librata. Durante quel tempo, a sostenermi era solo l’attrazione tra i desideri sfiorati dalle estremità delle mie dita in opposta direzione. Con fantasia la mia bussola segnava un nord sempre diverso.
Fremevo, sull’orlo del precipizio, nell’esaltante ricerca dei limiti. Della natura umana e della fune che mi reggeva, tesa come una scotta con 30 nodi di tramontana. Vibravo per tutti i 30 minuti dello spettacolo e la gente applaudiva, eccome se applaudiva. Una selva di battiti. Che quasi mi stordivo. Che quasi mi sentivo un dio. Che poi il numero terminava. Salutavo e mi congedavo. Mi svestivo dei panni dell’artista e mi ritrovavo nudo, immerso in un vuoto ancora maggiore. Per ciò mi tuffavo nell’amaro piccante di qualche dozzina di cioccolatini al peperoncino per sublimare l’assenza di farfalle nella pancia. Ingredienti principali di quelle illusioni di benessere erano il cacao ed il peperoncino. Uno importato dalle terre carioca e l’altro di più vicina provenienza. Sostanze dallo stupefacente potere di ubriacare la mente e scagliare i pensieri fuori dalle rotte della razionalità. Ne mangiavo a scatolate, ne succhiavo morbosamente l’essenza intensa, non ne potevo più fare a meno. Ero arrivato a scartarne ed a ingoiarne anche 30 alla volta.
Fu allora che decisi, affatto per caso, di consultare la dottoresa dell’immaginario che, immediatamente, diagnosticò molto bene questa mia dipendenza avvertendomi che, prima o poi, sarei caduto dalla fune. Se avessi continuato nella mia delirante ricerca di altalenanti estremi. Calore e ghiacciato mistero. Accadde. Quel mercoledì. Quel benedetto mercoledì la mia vita cambiò. Con bellezza non apparente mi innamorai di lei, si, della mia dottoressa dell’immaginario, ed i suoi baci riempirono con equilibrio il mio inguaribile desiderio di cioccolatini al peperoncino. Il vuoto si chiuse alle spalle, per sempre. Da quel giorno svanì anche la mia disperata ricerca di farfalle. Queste comparvero presto, variegate come lentiggini, nella mia pancia. Che più alcun giudizio glaciale me le avrebbe strappate via. Salde ali nella mia follia vincente.
Si può sempre vincere, nella vita, se vincere significa costruire ed amare i propri sogni, con fantasia. Fino a desiderarli così intensamente da diventare noi, immedesimandocisi, i sogni stessi. Per davvero.
Così intenso e così splendido che un commento potrebbe sciuparlo..
perciò, nel disperato tentativo di diventare sogno di me stessa.. ti auguro un felice giornata .
Una
certo é meglio sentirle quelle meravigliose farfalle nello stomaco. comunque se il mio dottore mi avesse prescritto due anni di astinenza avrei cambiato medico. ai cioccolatini al peperoncino non rinuncio. nemmeno con le farfalle nello stomaco.. :O)
molto bello..
è strano quando leggi gli altri e ci trovi cose che sono tue..
personalissime cose tue..
tipo “le farfalle nella pancia” che è assolutamente una mia espressione tipica.. e forse più che un espressione un modo di vivere le emozioni..
si vede non sono la sola..
bellissime le tue parole.. sono perfette da contorno ad una giornata che nasce felice..
🙂
E mi pare di vederti, sulla fune, in precario equilibrio, nutrendoti delle vibrazioni che arrivano dal pubblico…
E mi pare di vederti con le lentiggini sulla pancia e una mano poggiata sopra per sentire le farfalline che volteggiano…
E mi rimane un sorriso, spiaccicato sul viso, forse anche un po’ ebete, come di chi pensa di non aver forse capito niente, eppur trattiene un sospiro che pare accarezzare l’anima.
Bacio SognoMic 🙂
Non si può vivere senza sogni, ma bisogna stare molto attenti a distinguere sogni a realtà. Il nostro scopo deve essere quello di realizzare i nostri sogni, di fare in modo che diventino realtà, stando attenti a non proiettare la realtà dentro il sogno e vivere astraendosi.
solare
“e lei gli chiese, dammi la tua mano, posala qui sulla mia pancia, è calda, piacevolmente calda la tua mano. non pareva per niente un sogno. non poteva essere un sogno parole sussurrate e così vicine al cuore. 3 ore e mezze di complicità. come due amanti immaginari. le farfalle volteggiavano sul suo viso, confondevano con le sue lentigini. svegliare mai. restare sospeso nel gioco dell’equilibrista. sempre.”
mic, mi piace quel che scrivi e anch’io sono una che si lascia travolge delle parole sullo schermo. anch’io mi lascio andare con la fantasia. bellissimo racconto da leggere ancora e ancora. per due anni appunto. fino alla fine dell’astinenza. buona giornata. mony
Come mi piace leggerti…tremendamente…volando…respirando…
P.S. Peccato non riesca più a vedere nessuna tua immagine nel blog…
i voli pindarici dell’essere..
leggo e trattengo il fiato.. leggo e mi ritrovo.. leggo ed è frenetico volteggiar d’ali.. chiudere gli occhi e sentirmi sollevata da milioni di farfalle in volo..
leggere di te è sempre un brivido..
un nord sempre diverso….:)
cosa sarebbe la vita senza fantasia
Ma dai!Non potevo sapere che compissi gli anni poco prima di Natale(che giorno?).
Anch’io vorrei solo favole..penso che mi vestirò da Alicenelpaesedellemeraviglie e mi rannicchierò davanti al camino a leggere un libro di fiabe..!
…come non detto,ho letto il tuo profilo!!!
Mic, sei stato in riva al mare…..oggi la nostalgia è piu’ acuta del solito….sarà perchè a Milano c’è un sole stupendo……….
solare
Oddio sono malata? io sento le rane nella pancia, non le farfalle.
Convincimi che non e’ cosi’.
“un vuoto da sfidare, in precario equilibrio, su una fune, per un pò d’amore e per mille lire al mese”.
“Camminavo su una corda tesa,
L’equilibrio mi aiutava a vivere,
Due più due non dava quattro mai,
C’era il caos nei pensieri miei.
Un bicchiere per dimenticare,
Che morire o vivere, era uguale,
Non riuscivo più a ritrovare,
La mia strada, la mia direzione.
Povero in danari, ricco in fondo al cuore,
Davo tutto il bene, davo un po’ di me.
Ho speso parole e invano questo amore,
Per chi come me è costretto a mendicare.
Ed in cambio ho avuto, tanto male”…
Ciao Mik, uso Renatino per dirti che, sul filo teso, mentre tieni l’equilibrio, non devi risparmiarti mai. Spendi parole ed energie, mendica amore e amicizia, sempre. Ecco l’antidoto alla vita. Ecco il mio commento a questo bellissimo post.
b
Lieve come solo tu sai essere, nonostante il peperoncino. Bacio!
🙂
leggerti è un piacere
come mangiare il cioccolato;)
xxx
Cioccolato? Peperoncini? Ma cosa sono? Mai assaggiati in vita mia? E volteggiare a 30 metri su una fune? Ma scherziamo! E poi quella frase: “Si può sempre vincere,…” Ma insomma un po’ di serietà! Ha ragione la dottoressa, basta cioccolato e peperoncino!
Ma dal momento che non puoi più mangiare cioccolato e peperoncino non è che quelli che ti sono avanzati, sai tuttte quelle scatole che hai ordinato, non è che…me le potresti spedire? Tanto tu non te ne fai più nulla. Così te le conservo io…di me ti puoi fidare lo sai! Poi cambia dottoressa, a me se è immaginaria interessa! Dalle il mio indirizzo! Ma non dirle che mi hai spedito tutte quelle scatole di cioccolatini! Così ti levo due pensieri in un colpo solo. Vedi come ti sono amico!
Sei troppo baravo!! Se non ti avessi già linkato ti linkerei. Un abbraccio, mauro
… non possiamo vivere d’illusioni interiori Nic… ci vogliono fatti!
😉
grazie… di cuore davvero… tornerò con più parole tra le mani, per stasera sii paziente. ti abbraccio forte
…non ho mai mangiato il cioccolato al peperoncino…preferisco non mischiare sapori diversi…sono una purista!!! 🙂
felice di ritrovarti respiromare. una menzione particolare al tuo post “il ritmo è nelle mani”.
e un saluto. a presto
Tesi
…come un pittore… riesci a dipingere la tela con mille tonalità e sfumature…
Ed è con immenso piacere che torno ad ammirare le tue opere…
ciao respiro!!!!ti abbraccio
I sapori spesso ci tengono legati a i nostri sogni. Intesi e nitidi, ce li fanno sembrare veri e così vicini… Il cioccolato amaro ricorda il sapore del desiderio mentre il peperoncino è quello piccante del proibito. L’accoppiata è unica!
eh, ma non vale. hai messo l’occhio assassino in apertura. così son capaci tutti, dai.
:oPPP
Del cioccolato non parlo, mi commuove solo il pensiero… MI piace anche questo nuovo template… Blu blu blu…
ottima chiusa, ma le farfalle?
scrivi la fantasia.
complimenti.
Lo hai il porto d’armi? Ecco, guarda, sto con le mani alzate, mi arrendo, uno sguardo così mi lascia senza difese! 😉
note diverse nelle tue parole, note dolci …come è dolce ora lo sguardo di quell’occhio che si affacia nel blog..
un sorriso di piacevole stupore
che dire…..
le farfalle nella pancia io le sento quando leggendo post come questi mi ritrovo nei sapori nei colori nelle emozioni…… se guardi bene di fronte a te dall’altro capo del filo dritta con le gambe unite in posizione di attesa con il braccio teso verso la corda che mi tiene, pronta a lanciarmi nel vuoto mi vedi…. anch’io equilibrista della vita con allenata ai virtuosismi per mantenermi lucida nella follia del quotidiano
minchia, parecchio bello…
(oh mio dio, tu hai sempre parole carine nei commenti da me e io me ne esco con un “minchia”). comunque…
ti abbraccio.
…profondo, come il respiro del mare.
mog
ahh noi drogati di cioccolata.. chissà quali sogni ci accomunano!
Il cioccolato…piacere immenso…
Le farfalle nella pancia..ogni volta che mangio un pezzetto di cioccolato insieme a mio figlio…
(ma te msn, no eh?)
🙂
Mari
sì.il sogno siamo noi stessi.giorno per giorno.
Blue
…sogna ragazzo sogna..va dove ti porta il cuore e non fermare ogni volo d’anima che hai…” amore, che devo inventare, io come gli acrobati a terra il mio senso non ho, ma il cuore, mi spinge a rischiare, e su questo filo attaccato alla luna ogni sera vivrò…”M.Zarrillo…grazie…lo spirito del gabbiano vola libero dentro di te…per leggere ogni istante che l’energia del mare ti regala…respiro…una carezza…con la luminosità e la morbidezza della neve…ilmercantedisogni
ma chi sei..scrivi cose bellissime…c’è della tristezza,malinconia e tanta voglia di vivere dentro di te..questo mix ti rende un artista . Valentina .