Dolce è l’approdo al capo di Santa Chiara

E poi, la sera, al tramonto, si rientra a casa. Dolce è l’approdo al capo di Santa Chiara. A ritemprare di calde parole il riposo del pescatore guerriero che, l’indomani, l’attende un’altra sfida. Col mare. Che tanto gli donò e qualcosa gli tolse. Lavoro, lavoro. Il lavoro è un’arma a doppio taglio, come il mare. Il lavoro è passione ed appagamento, una sfida per dimostrarsi. Il lavoro raffredda le emozioni più pure per distillarle in spietata minestra di marketing, una sfida per dimostrare. Che i frutti si vedranno col tempo. Se il tempo non avrà già ammazzato i sogni. Ma non ci si può condire la pastasciutta, coi sogni. E pagarci le rate del sole. Allora bisogna far battaglie contro le correnti avverse pur di rispettare le scadenze. E, poi, dipanare la rete dai dubbi e svuotare il pescato nelle casse della sopravvivenza. Asciugare, al rientro, le gocce di freddo sale dalla fronte e fare nuovo carburante. Pronti, a ripartire, l’indomani. Con nuove ansie ed innato entusiasmo. Come sempre. Da capo.

Ora che hai scritto la tua fregnaccia quotidiana, ecco, bravo mic, torna a lavorare. Che ancora verrà la festa del ringraziamento. Balla pure di arancio vestito e beviti una pinta di scura al bar del tramonto ma non dimenticarti che, dopo il sonno, sarà un’altra alba, di fuoco. Di amore et odio con l’eterno dualismo del mare. Con grinta, go!

31 Replies to “Dolce è l’approdo al capo di Santa Chiara”

  1. passione e consapevolezza…strano connubio….ma è quello che fai sentire.

    I sogni sono impalpabili ma prendono forza nel confronto fisico che ci costa raggiungerli.

    un sorriso

    Maria

    p.s.

    la smetti di schernirti definendo sempre quel che scrivi come “fregnacce”?!

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