Mordersi le mani

Scorre il film davanti ai miei occhi. Senza regia. Voglio memorizzarne la sceneggiatura. Per non inciampare in corridoi spostati ma, al contrario, capirne il senso. Sono sensazioni per nulla annacquate dentro densi bicchieri di barolo nel quale si specchiano i nostri sguardi che si incrociano in continue ragnatele di intesa. Suggestioni in bianco e nero, strong prospettive di corpi tonici che esprimono stati d’animo in mutazione. Le immagini non si fermano. Corrono. Senza inciampo. Si rincorrono sulla pellicola mai sazia di mani che giocano a rimpiattino, a cuscinate, a mosca cieca. C’è oscillazione negli atomi che si incontrano nell’aria satura di profumi. Poi, all’improvviso, con riflessione, il primo piano è un mordersi le mani per abitare gli eventi travolgenti che, a cento all’ora, viaggiano per strade senza semafori. Strade che non hanno bisogno di gru ed asfalto per srotolarsi verso noi. Quattro ruote motrici. Carosello. Ci camminiamo spugne mai sazie di vita. Con paure che si dissolvono nel mutare delle scene. E’ un piano sequenza di due giorni e mezzo. Una storia di assenza di pensieri. Pausa, respiro, punto non a capo. Chiudo gli occhi per vedere meglio e scorrono fotogrammi da set quasi felliniano. Tolgo il quasi. Con personaggi non protagonisti in cerca di qualcuno che ne ascolti solitudine ed unicità. E personaggi-autori, noi, assetati di liquidi organici, vivi per davvero, protagonisti di brindisi complementari a ripetizione. Nuotiamo finchè dura. Teneri pesciolini disegnati di luce ed intenti a risalire il fiume contro corrente. Contro le apparenze. Con quotidiana sorpresa. Non c’è il finale.

29 Replies to “Mordersi le mani”

  1. ma come fai? a trasudare dolcezza e intensità in tutto quello che scrivi? tu non lo sai, ma leggere il tuo commento mi ha fatto sentire calore al cuore. e non mi capita molto spesso. Grazie. davvero.

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