O meu sonho

La scorsa estate l’ho trascorsa per una settimana a Ponza. Più precisamente al “Fieno”. E’ questo il nome della costa e della casa magica che domina il mare di fronte alla Palmarola. Un luogo svelato esclusivamente a pochi fortunati invitati dall’amico Antonio e raggiugibile solo dopo una lunga camminata attraverso ripide mulattiere. Un ex ricovero per animali le cui pareti sono impregnate delle poesie di Pessoa. Nel senso che le poesie sono scritte direttamente sui muri, oltre che sui tavoli, sulle piastrelle e quant’altro.

I blu sono il cielo ed il mare polarizzati del Mediterraneo.

I verdi sono la natura selvaggia dell’isola, addomesticata solo dalle generosi viti delle quali bevevamo il frutto.

Gli arancioni il sole.

Una dimora da sogno (infatti è soprannominata “O meu sonho”) i cui ornamenti raccontano tracce di vite trascorse a giocare e a lottare col mare. Tracce di amori travolgenti.

Respiro ancora i lunghi tramonti sospesi oltre un bicchiere di vino e ad un gruppo di amici incredibili. Senza filtri.

Respiro ancora la pace generata dagli incantati silenzi del cielo stellato passati ad ascoltare musica. Senza trepiede.

Respiro ancora gli scorci meravigliosi che catturavano i miei occhi inventando prospettive sempre sorprendenti nel divenire del tempo. Senza pellicola.

Non avevo con me, per la prima volta, una macchina fotografica.

Eppure ho scattato infinite immagini inquadrandole con due dita. Per impressionarle a lungo nel cuore. Solo nel cuore.

13 Replies to “O meu sonho”

  1. Ma non si dice sempre “mettere le cose nero su bianco”?? :))

    Lele non era il mio insegnante, era un corsista come me.

    Ho deciso di non ripetere l’esperienza per il secondo anno perchè era troppo “scolastica” come impostazione e non mi sentivo libera di esprimermi.

  2. potrei stupirti con un “accipicchia”, ma non renderebbe l’idea…

    fa nulla se non avevi la macchina fotografica, Mik. la tua anima e il tuo cuore ben hanno fotografato il luogo, i colori e le sensazioni, tanto da scaldare per qualche minuto anche mattinate fredde come questa…grazie!

    bacio, Sabri

  3. so di cosa parli…è quel che faccio anche io….a volte lascio che i miei occhi si impregnino di luci, colori, mentre il resto dei sensi registra e si satura di odori e suoni…non conosco la casa di cui parli…ma amo troppo questo territorio…è il mio 🙂

    belle le sensazioni che ci mostri

    buona giornata

    Maria

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