Ci sta

Non c’è un’immagine che possa descrivere compiutamente questo stato d’animo. Oppure sono troppe ed io non sono in grado di farne mosaico.

Scrivo a me. Solo a me. Poche righe per spurgare almeno un po’ la testa dall’ammasso di circostanze avverse che mi stanno aggredendo in questo maledetto dicembre 2008. Quasi me la prendo con questo mese come ce la si può prendere con il fato o contro ignoti. Ma non esiste un colpevole, in verità. Neppure io mi posso sentire tale.

Eppure. Eppure non basta. Non è sufficiente appurare che questa dolorosa debacle non sia imputabile a qualcosa di ben definito per spazzare via questo stato di tristezza improvvisa che dura da una decina di giorni. È così. E, al momento, non servono gli abbracci, le telefonate, le pacche sulle spalle, i sorrisi e neppure le smorfie dei nipotini, sia pure vestite di incommensurabile bellezza, per ritrovare la fiducia perduta.

Ci sta che uno stia male e gli venga voglia di scrivere anche se non ha un destinatario in mente. Allora si rammenta del blog. Ci sta. Per ricordarsi di ora, in futuro. Quando le cose della vita ricominceranno a girare meglio e queste parole bagnate di mare risuoneranno soltanto come un passaggio, uno dei tanti, dell’esistenza di un piccolo uomo a cui capita di non sentirsi più così forte ed invidiabile ma, al contrario, fragile come un biglietto dell’autobus dentro una pozzanghera.

Non è la rinnovata solitudine che mi spaventa. Non è l’idea che le persone care possano ammalarsi che mi spaventa. Non è il nulla che mi spaventa.

È, sei. È la certezza che, in ogni secondo della giornata, sento e sentirò a lungo la mancanza di una carezza che sapeva regalarmi tutto il senso della vita. Sorsi d’aria complice che hanno dissolto quasi del tutto le mie paure e, per la prima volta, ho pensato potessero durare. Davvero. Grazie a chi mi ha regalato tante gollate d’ossigeno, per più d’un anno, sulla fiducia.

Auguri, mic. Lo champagne, causa recessione, lo sostituiremo con la spuma, quest’anno, eh.

15 Replies to “Ci sta”

  1. Ho sospirato. Mi-sono-sentita sospirare alla fine del post. Io ti volevo eterneamente-dentro a quella felicità. Quella. Ma passerà l’onda fa risacca, torna su se stessa e ogni volta ci riprova. Noi-siamo-il-mare. I biglietti dell’autobus usati da oggi in poi li terrò nelle tasche ;).. NIKKA

  2. Porca merda, mi dispiace Mic, e poi che diamine, io e te siamo in opposizione di fase: proprio questo Dicembre che a me ha regalato cosi’ tanto. Chi e’ che si sta divertendo a fare gli equilibri??

  3. Mic… mi è venuta in mente la boccia che ho rotto l’altro giorno: bella, bellissima. Ma è bastato un piccolo gesto per trasformarla in polvere di vetro. Qui respiro neve, Respiro vento. Ma alla fine è sempre tutto uguale a prima: un mare pieno di biglietti di autobus. Un abbraccio

  4. già era meglio assente e felice.

    e a proposito di sogni cito una mia amica che dice:

    “I sogni bisognerebbe soffocarli da piccoli quando ancora sono solo dei piccoli abbozzi nel ventre del pensiero. Piccoli crimini senza valore. Il futuro senza dubbio sarebbe meno deleterio per nervi cuore e anima.”

    Comunque, il futuro c’è sempre anche quando sembra finito sotto il parquet.

    Baci

  5. Ci sono parentesi che si aprono, nel mezzo storie intere si snodano, camminano, respirano, dormono, vivono, muoiono.

    La nostra esistenza è fatta di parentesi, la nostra esistenza è fra parentesi.

    Si aprono comode e tonde come madri comprensive, o quadre rigide e prioritarie, come tasse in scadenza. O si disegnano eleganti come graffe abusate, quando anche un paio di virgole farebbero al caso e basterebbero a separare, a distinguere.

    Eppure ci servono. Sono funzionali, utili, necessarie.

    Portano ossigeno nel vuoto spinto delle nostre gallerie del vento solitarie.

    Quando si pensa alla propria finitezza viene da aprire le finestre e lasciare entrare tutto quello che arriva.

    Anche se di sotto, al portone, si incontrasse l’ultima parentesi. Anche quella toccherebbe aspettare di poterla chiudere.

    Ciascuno di noi è nel frattempo la vita.

    Auguri Mic… ti spiegherai, ali come vele in mezzo al mare…

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