
Erano due spermatozoi, in origine. Solo due crudi spermatozoi. E non conoscevano ancora la colla vinilica. Eppure, chi l’avrebbe scritto, che le loro scie si sarebbero incollate nel corso della loro esistenza parallela su questo folle pianeta? La loro vita, lo si intese da subito, dalle prime voraci poppate, mica sarebbe stata figlia dei condizionali. Mi piacerebbe, ti regalerei un sorriso, vorrei ma non posso. Ma che, scherziamo? Si. Meglio, scherziamo ma prendendoci davvero sul serio. Questo concetto lo imparai andando alle lezioni serali di apnea cosmica. Trattasi della “Lesson namber uan: prendersi sul serio, sempre.”. Così, dopo tante poppate, dopo tante costruzioni coi lego, dopo tanti giri del mondo in monopattino, accadde, una sera d’estate di cento anni fa, che un paio di braghe color banana ed un altro paio, blu e lise da troppi bucati, si abbracciarono. E mica fu un abbraccio qualsiasi. Fu di più. Più di qualsiasi condizionale, passato remoto e congiuntivite acuta. Praticamente fu come quando uno si aggrappa ad un ramo di realtà mentre uno tzunami di “se e forse e chissà chi lo sa” sta già piegando le sue gambe. Ed il ramo rispose, da par suo, aggrappandosi alle braccia e stringendole a sè, forte forte forti. Non si sa chi dei due fosse il ramo e chi le braccia e non importa saperlo, in questa storia d’altri tempi.
I tempi, ecco, che poi me ne scordo, diciamo subito dei tempi. I tempi erano maturi. Più ancora dei tempi lo furono i ritmi. Anzi, no. Il ritmo, al singolare. Il ritmo di questi spermatozoi singolarmente evolutisi in donna e uomo. Mic e Mic. Diabolmic ed Evacant. Un ritmo di rara complicità, su tutto proprio tutto, era quello che erano riusciti a costruire, un po’ come fanno la gamba destra con la gamba sinistra, quando non dormono. Come quando decidono di saltare da un muretto. Quel muretto, proprio quello della foto. Una seguì l’altra e viceversa, tenendosi senza trattenersi. Perchè, è chiaro, bianco più del bianco, che lo sapevano, scegliendo di scegliersi, tra miliardi di combinazioni possibili (della serie le stelle sono tante e così via), che sarebbe stato un salto. Un salto dentro il vuoto di un secchio riempito, in seguito, di colla vinilica che, nell’incollarli, avrebbe anche mischiato le carte. Sopra tutto quelle con seme di cuori. Allora, all’epoca del salto, cent’anni addietro, però mica lo sapevano. Sapevano solo che le patate sono buone, a sbucciarle insieme. Ah. E, poi, anche, che nel mare si trovano tutte le risposte del mondo, nascoste dentro una grotta profonda profonda, di quelle che ci vuole un grande allenamento, per raggiungerla, in apnea. Non ci sono bombole che tengano. Infatti il meccanismo di apertura della grotta, al minimo rumore di bolle, farebbe scattare l’allarme. Altra cosa: per entrare necesse est essere in due, dotati di monopinna. Gli ego non sono ammessi, per decreto di Nettuno, in persona.
Non ci son mazzi. Certe storie oggi non accadono più che, a guardare per strada e dentro le vetrine, vi sono troppe innaturali compiacenze per permettere a due ex-spermatozoi con un unico desiderio nella pancia di viversi tanto intensamente da riuscire a camminarsi sul livello del mare. Ma cent’anni fa era diverso. Certi incontri erano figli del sempre. E lo intuivi da subito. Io me lo ricordo, com’era. Non esistevano i baci in affitto, le third laif, i fastfud di pillole e neanche le collezioni di farfalle vendute via emeil. Quando incontravi l’amore (con la E maiuscola) ti sentivi in cima al monte Mitikas. E sapevi che, nonostante gli eventi avrebbero potuto dividerti dal tuo spermatozoo gemello, ne sarebbe sempre valsa la pena, di tuffarsi dentro il più dentro del noi. Fosse stato anche solo per un giorno, da trascorrere dentro una stanza di colore mare adiacente ad una terrazza vista paradiso.
Senza dubbio alcuno: rimane qualcosa di tenerissimo, da raccontare alle generazioni di spermatozoi che verranno, la storia di quel salto. Chi sa se certe storie accadono ancora, oggi, nel 2107. Ora che la luna è andata sull’uomo, i vulcani sono rimasti l’unico luogo dove vivere senza morire di freddo ed i telefonini con il teletrasporto sono diventati un gadget sorpassato. In quella grotta, là, sul fondo del fondo del mare, pare vi siano ancora tracce di colla vinilica.
Un bar sotto il mare
serate di poker
barando di cuori
un ritmo di bollemillebolleblu
trattenute in un secchio
di colla vinilica
per non far rumore
Mic hi
semplicemente meraviglioso questo racconto….solamente che……ne vale la pena anche oggi nel 3007 di tuffarsi dentro il più dentro di noi, io ci casco sempre…. se ne vale la pena, anche dopo ere interglaciali :-)))
io spero che accada ancora…io continuo a crederci…
monte Mitikas è lo syesso da millenni. Solo che ora lo si guarda con i cannocchiali, lo si fotografa con i cellulari, lo si posta sul blog. Ma Egli è lì ed è lo stesso di sempre. L’innovazione tenta di illuderci con la bugia del tempo perduto. Ma non è vero. L’innovazione non è progresso. Uno spermatozoo elettronico ancora non l’hanno inventato. Nè lo faranno mai.
:O)
comunque, visto il post, “con seme di cuori” è geniale!
:O)
A presto
fortunelli quelli del 2007 che avevano le patate che andavano sbucciate e potevi farlo in due e alla fine avevano un sapore più buono, forse sapevano un pò di colla
Grazie.
Bellissimo post. Sarà per le patate, sarà per diabolimic ed evacant, la lesson namber uan, il ramo di realtà, la grotta, il secchio prima vuoto poi pieno di colla vinilica, sarà.. però stasera mi è venuta proprio voglia di guardare in faccia tutti gli spermatozoi che saltano i muretti NIKKA
Ciao Mic.. che siano buoni giorni questi.
Vado un po’ in vacanza..
a presto!
Grazie caro Mic ^___^
Unica pecca mi sento + cane che micia… e non a pelo corto perchè non ne ho proprio…
Umh
Baciottone e buon week-end, a presto!
questo post non ho ancora ben chiaro come prenderlo..
…
fffffff… fatto??!! cent’anni fa, nel 2007, credo fosse proprio come oggi, nel 2107. credo proprio di si, sai mic… anche oggi, due spermatozoi di rara bellezza si possono incontrare e fare magìa. sotto i mari o sopra le montagne. dentro, è la parola d’ordine. da cascarci con tutte le pinne o gli scarponi, da berne a fiumi di colla vinilica. l’hai detto tu, nel tuo racconto… anche solo per un giorno, a fare paradiso.
(ogni lettera, parola, frase qui respira di te, più che mai vero).
ti voglio profondamente bene.
ro
è la terza volta che vengo qui a rileggere.
non so.
è che sono incerta.
Di questa tua “immagine”…
mi colpisce il grande equilibrio e la stabilità…
nonostante il vuoto.
Forse perchè è così che effettivamente ti vedo.
Bellissima immagine davvero,
…mi colpisce nella scelta del tempo.
Un BACIO …(maiuscolo e grassetto 😉
ok. Ora l’ho capito.
Basta darmi tempo…..
io penso che le storie figlie di sempre esistano, il sempre è frutto di una scelta. E se poi non c’è più la vista paradiso non importa si continua a leccarsi a vicenda le ferite della vita e si racconta a chiunque voglia stare ad ascoltare, com’era la perfezione. Io lo so. Punto.
bacio Mic. (la prossima volta fai qualcosa di più facile che mi sono mangiata tre neuroni a capirti)
Bello Mic.
Con quel pizzico di ironia che ci salva sempre la vita.
E amore, dolcezza, speranza, sogni e nostalgia. Cent’anni fa e fra cent’anni.
E comunque non di solo spermatozoo nasce l’uomo. E la donna. Tzè! 🙂
La scelta, Sinfo, sta nel tuffarsi, senza domande ma con un unico desiderio. Il sempre non è una scelta, invece. È il frutto di un reciproco furto. Ineluttabile.
È quando sai che una persona sarà dentro di te eternamente. Una specie di usufrutto reciproco di uno spicchio di cuore.
p.s. Grazie per lo sforzo. 🙂
mi verrebbe da sorridere… non fosse che sono al lavoro 🙂
LaRugiada, vedi? Abbiamo valori molto simili, sotto sotto. Il livello della colla, ovviamente. 🙂
AllyM, si può sempre fare un salto al bar sotto il mare, per sorridere. Dicono che lì le risate siano smorzate e quindi si turbi nessuno. Oppure al bar per cuorisolitari.
christine69 e annasal e soffio69, ma a noi, dico, a noi chi ci abbatte, inguaribili phonners dei muri di ghiaccio che siamo? Ora armiamoci solo di corrente, non alternata, e di un paio di scarponi pinnati. Fatto?
GialloLibero, tu mi turbi, signorina. Grazie e ci si vede in Grecia, allora. Centro grecia.
mysya, lo sai, alla nona rilettura diamo in omaggio un sacchetto d’acqua con due adorabili spermatozoi rossi.
pinkypinky, sob, lo so che ti deluderò, ma l’immagine non è mia. Io sono il sacco di patate in caduta libera e senza alcun equilibrio statico che non sia frutto di un tempo di scatto brevissimo. Della serie, una toccata e fuggono.
aldiladellospecchio, armiamoci di microscopio, ordunque, per fare macroscoperte. Occhio al movimento, però, che quelli sono più scattanti dei girini, sempre che non si usino abbondanti bordate di colla vinilica. A bloccarli in placata libera.
w la colla!!!!!.-)
un abbraccio
che bel post e la foto sembra sospesa e messa lì a posta. sei sempre un vero artista. io lavoro al mac per adesso. poi prox settimana lavoro. e poi ancora si vedrà….un bacione mic.
scelta di darsi donarsi e inventarsi, di crederci mentre lo si vive sempre e comunque. usufrutto reciproco di uno spicchio di cuore è bellissima Mic, questa me la segno. che dopo oltre due anni di tira e molla sono ancora qui a viverlo intensamente e crederci fortemente, e tu lo sai. chi meglio di me allora può dirlo? ma non solo. so che comunque andrà a finire, sarà un dono ricevuto, un qualcosa che resterà sempre con me e nel mio cuore. parte di me.
così é. adelante amigo. sempre inseguendo il vento. e se ci vai di poppa poi ci vai di bolina, ma sempre in sua compagnia.
piesse: sarei dovuta partire ieri, pensavo di chiamarti per vederci da quelle parti con due birre come ai vecchi tempi. ma la febbre traditrice mi accompagna. se riesco partirò domani. ergo, se vedemu spero 🙂
(ehm.. piessedue: oooh mic, ma dalla foto sei ingrassato!) 😛
non vorrei contraddirti, diavolo di un Mic, ma pur smorzati del loro silenzio i sorrisi regalati possono ancora turbare. Dis turbare mai. Quello mai.
Buon pomeriggio
Mic hi
Leggo silenziosa, da molto.
Poi il tuo post sul ricordo d’amore.
Poi questo, con questa foto.
Insomma, non posso che dirti che hai colpito al cuore, anche me.
Fai un salto, fanne un altro;
fai una giravolta, falla un’altra volta. Guarda in su,
guarda in giù:
dai un bacio a chi vuoi tu
🙂
sorrido al tuo commento…al mio commento 🙂
Beh, resta comunque una bellissima immagine.
Ora io vado, hai presente quelle infinità di sfumature di blu dove io amo perdermi?!
Ecco, vado a farne una bella scorta, ma poi torno…
Vedrai che torno 😉
A proposito di tocca e fuggi, non fuggire che è in arrivo un BACIONE grassetto, corsivo, maiuscolo, sottolineato ed evidenziato…
che ti duri tutto il mese 🙂
Hei…dove scappi?! :)))
A presto lupo di mare… *
mi piace ciò che scrivi, ma non ci credo, non credo più a niente.
non mi piovono lune addosso, e se una sera piovessero, forse sarei a letto con la varicella o qualche altro esantema bolloso…
l’importante è che tu ci creda.
“believe in me because I don’t believe in anything
and I want to be someone to believe”
Solo… una precisazione…
GialloLibero= singolare, maschile…
il maschile è quasi sempre “singolare”…o almeno quello che incontro io….
ecco
sono passata a ritirare il mio sacchetto di acqua e vita….
stupendo.