Milano-Genova

Zena © 2007

C’è una cosa che mi piace di Milano. Quando me ne vado via per tornarmene a Genova. Ed inizia l’autostrada. Come l’altra notte.

Un caffè. Uno ancora. Mi tolgo la giacca ed allento la cintura. Chiave nella serratura. Apro la portiera. Scatta l’allarme. Cazzo, me lo ricodo mai. Amen. Accendo e parto. Ornella inizia a parlarmi. È di compagnia, lei, come sempre, amica dalla dolce voce e dalle rassicuranti promesse. Roteo la manopola del volume dell’autoradio e parto, scattando tra le strade della prepotenza metropolitana per dileguarmi, il più presto possibile, lungo il serpente dell’A7. Alzo ancora il volume. A manetta. E mi impregno della voce di Fabrizio che si mescola ai consigli di Ornella. Complice, sorrido a loro e mi concentro sul cruscotto e sul fiume di asfalto che si mescola alle luci abbaglianti. Creuza de mä è distante ancora 130 chilometri. Sto bene. Infatti canto. Pur stonato canto a squarciagola. A Gropello l’autostrada è chiusa ed allora, seguendo branchi di tir, attraverso le campagne padane coltivate a centri commerciali e concessionarie enormi che, nella notte, paiono ancora più enormi. Dopo tre quarti d’ora raggiungo un casello ma non so quale. Ornella mi dice di seguire a destra e Fabrizio mi racconta dei campi di grano. Poi è tempo di autogrill. Barrette di cioccolato, occhiata alle riviste, dialoghi misti tra ragazze con borsetta e camionisti turchi. Pieno e riparto. Finalmente arrivo a Serravalle ed inizio a giocare con le curve. Penso: scrivo e fotografo per il piacere di raccontarle. Viaggio per la necessità di viverle. Le emozioni dell’anima strada. Ho la zingaraggine nel dna anche se, da qualche anno, ho la tendenza a nascondermela dentro un paio di pantofole. Ornella lo sa bene. Ecco, ora intravedo le silhouette dell’Appennino disegnate dalla luce piena della luna. Gli spazi grigionero si aprono gradualmente al mio mare. Zena, patria mia, rieccomi a te. Ora arriva il bello. La sopraelevata. Grattacieli e lanterna. Fabrizio rivive. All’ombra del primo sole si apre il porto e le gigantesche sagome dei traghetti e delle navi mercantili che sonnecchiano alla destra del mio sguardo. Alla sinistra è l’angiporto con il domino di case. Sono immagini scolpite da sempre nella mia mente eppure originali ogni volta che percorro la sopraelevata. Respiro mare di nuovo ed il profumo di vento e sale si sostiuisce all’odore di smog. Godo. Godo davvero. Fotogrammi a ripetizione. L’acquario. I bacini ed i cantieri navali. Il porticciolo. Corso Italia. Vernazzola. Casa. Sono a casa. Ornella gps mi dice: hai raggiundo la meta. La spengo. Anche Fabrizio non ha più voce, per stanotte. C’è un’idea di alba sulla mia pelle. Belin che alba! Scendo dall’auto sbadigliando e sussurro tra me e me:


Ma se ghe penso alloa mi veddo o mâ,
veddo i mæ monti e a ciassa da Nonsiâ,
riveddo o Righi e me s’astrenze o chêu,
veddo a lanterna, a cava, lazzû o mêu…
Riveddo a séia Zena illûminâ,
veddo là a foxe e sento franze o mâ
e alloa mi penso ancon de ritornâ
a pösâ e osse dov’ò mæ madonnâ.

45 Replies to “Milano-Genova”

  1. A novembre sono stata a Genova, per il motivo che tu sai. La strada che ho percorso è la stessa. La colonna sonora anche. Non era buio, ma c’era la nebbia, in Padania, le concessionarie e i campi di grano non li ho visti. Ma il tuo racconto non poteva essere più vicino al mio di così, belin!

    Trofie al pesto e un saluto a Faber.

    Al tramonto.

    Ciao Mic hi

  2. quanto ti capisco Mic!!!!!…..Genova nel cuore e’ come un amante perduta, indimenticabile.E’ la nostra citta’, e’ la nostra casa.Ineguagliabile.

    Non ci sono parole per descrivere cosa provoca nel cuore.E’ dentro di noi…e forse tu non immagini nemmeno quanto io condivida questo sentimento con te.

    Ciao fratello.

    Jannie non loggata!!

  3. E come dire che tutte quelle navi giganti lì non inquinano e non smoggano. E poi quell’autostrada lì, tutte curve neanche uno fosse lì a far due pieghe in moto, vuoi mettere che belli i lavori per la quarta corsia sulla A4?

    E poi che sarà mai il mare, il profumo di mare, il colore del mare…

    Puahhhh!

    (rosicorosicorosicorosico)

  4. O belin che m’anneghe… se mi manca!!!!

    Ve voeggiu ben…a tie e au te post…cu l’è gajardu…fani fitu a vedde n’atra foto de la ciu bella…(scusa ma scrivo da cani e in genovese…nu te diggo ninte…)

    un grosso bacio da una concittadina lontana….

    aba

  5. che bello il tuo ritorno a casa…

    anche cantare a squarciagola pur essendo stonati…

    ti auguro tanto mare, bei profumi, ed altri mille fotogrammi come quelli…

    … e una felice Pasqua!

    Marica

  6. c’è una cosa che mi piace di Milano: sentire gli amici che ci abitano e mi dicono figa ci sono affezionato alla nebbia Genova è decadente e il mare d’inverno mi mette tristezza oppure ansia….

    ognuno è figlio del proprio luogo. e ognuno tira l’acqua al suo BElino…

    ah: Ornella mi fa sesso.

  7. nel tuo post ci sono le stesse sensazioni che provo quando torno verso Genova magari dopo un viaggio ,amico mio questa citta’ un po’ particolare .piena di contraddizzioni e di casini ma ce la portiamo dentro come una malattia da cui non vogliamo guarire,bacioni dolce Mik

  8. ciao Mic, buona Pasqua, piena di sole di mare di vento e di foto (ma anche di altro se c’é..)

    grazie ancora per avermi chiamata l’altra sera. ne avevo davvero bisogno e mi ha fatto bene uscire dal guscio. e mi ha fatto molto piacere conoscere persone come M e onlyou.. un abbraccione 🙂

  9. Le tue emozioni io le provo tornando da Nord giù verso Zena…percorrendo la A26 Gravellona Toce/Voltri (essendo ponentina)….giù per il Turchino…dall’alto il mare laggiù in fondo…il porto di Voltri…e la periferia cittadina…esco al casello di Pegli, sopra il campetto del Genoa!!! Anche io sono già a casa…

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