Ecco perchè

Come le vostre risposte al post precedente provano, non è semplice definire alcuni concetti. Domande e parole che, a seconda della prospettiva dalla quale si percepiscono, possono assumere risvolti molto diversi.

Dire Amore.

Un’antica patrizia romana, un giovane indigeno delle isole Fiji, un marziano del futuro, userebbero (avrebbero usato, useranno) linguaggi, esempi e sfumature, molto diversi tra loro per spiegarsi e spiegarci un’idea tanto universale quale è l’amore. Stessa cosa se dovessimo definire il sostantivo felicità o aggettivi come artista. Per l’appunto, l’altra sera abbiamo passato un’ora o più, durante una cena tra amici, a cercare di determinare il significato del termine artista. In modo oggettivo-enciclopedico o soggettivo-parziale.

La bastardaggine del linguaggio.

Neanche gli Zingarelli sono esaurienti nel rendere perfettamente il significato di alcuni vocaboli che, pure, utilizziamo tutti i giorni con tanta disinvoltura. Ed accade, non di rado, che due o più persone possano far scivolare fiumi di parole partendo da idee del tutto opposte in merito al significato di una determinata parola. Senza accorgersene, senza capirsi, fraintendendosi.

Di una cosa sono certo: che ci siano altri modi, oltre ai vocabolari, alla televisione, alle religioni, per capire il senso. Delle parole. Del loro contesto. Per sentire.

Sentire. Solo sentire.

Ho scritto, in precedenza, che, alle volte, la risposta è nel silenzio, nel modo, nella domanda.

Un silenzio vale spesso più di mille parole e seghe mentali concretizzate in pensieri senza fine. Fini a se stessi. Cacciati fuori solo per aumentare le nostre paure. Per non conoscersi.

Il modo, l’espressione con tono affettuoso, con tono perentorio o con tono di fredda neutralità, conta, per me, molto più dell’analisi razionale contenuta nella risposta stessa. Conta perchè aiuta a percepire lo stato d’animo più genuino, senza filtri.

La domanda stessa, se retorica, se provocatoria, se vaga, se distratta, se accorata, se urlata, determina la risposta.

Infine.. le istruzioni, le immagini ed il cuore.

Avevo inoltre sottolineato che, alle volte, la risposta non è nella risposta. Per significare che, sovente, non rispondiamo in realtà ciò che noi (il nostro inconscio) intendiamo rispondere. Alle volte l’opposto. Alle volte con bugia. Alle volte con una nuova domanda. A difesa.

Ecco, allora, che vengono in aiuto tre elementi: il libretto delle istruzioni con tanto di figure, le immagini ed il cuore. La capacità di ascoltare. Di voler ascoltare, indipendentemente dai vocaboli utilizzati, dal linguaggio e dalle circostanze. Di ascoltarsi, prima di rispondere.

Il premio, una mela.

E bravo Agohya! Ci sei (quasi) arrivato! A definire l’amore. A definire la definizione. A spiegare che cos’è quel cazzo di bugzum che io uso, in cucina, una volta al giorno. Me l’hai detto. Hai vinto una mela. Sbucciata. Senza apparenza.

E mi sono particolarmente piaciute anche le risposte di Opalescente, Serena, Williambolzoni, Pequinita, Salmastrosa, Ricciolberenice, Plillina, Annasal, Unacrisalide, Zakmckracken e Misiolina.

P.S.1 Ve ne fregherà una cippa ma io sono stato innamorato, molto innamorato. Hai voglia! Comunque, l’innamoramento era solo un pretesto. P.S.2 Vi mancavano, eh(!), i miei polpettoni scarsamente filosofici. P.S.3 Monica sta meglio, sempre meglio. Ancora grazie, Amici.

26 Replies to “Ecco perchè”

  1. Buongiorno!

    Traduco a modo mio: usiamo testa e cuore, per tradurre messaggi a volte ambigui. Nell’amore non c’è logica e non si segue il principio di non contraddizione: come nella poesia. Serve intelligenza, ma soprattutto cuore..e poi c’è la rima!

  2. E’ un po’ di giorni che l’ascolto, credo vada bene anche qui questa canzone visto i discorsi fatti nei tuoi post.

    “L’arcobaleno è il mio messaggio d’amore

    può darsi un giorno ti riesca a toccare

    con i colori si può cancellare

    il più avvilente e desolante squallore.

    Son diventato sai tramonto di sera

    e parlo come le foglie d’aprile

    e vibro dentro ad ogni voce sincera

    e con gli uccelli vivo il canto sottile

    e il mio discorso più bello e più denso

    esprime con il silenzio il suo senso. ”

    M.

  3. Ecco l’hai detto tu: sentire, solo sentire, provare, il buon vecchio “sentire battere il cuore”, nessuna sega mentale, nessuna domanda, nessuna risposta, per ognuno diverso, per tutti uguale… SENTIRE…(averne la volonta’ a volta e’ un’altra cosa)

  4. Mi viene di dirti “va dove ti porta il cuore”, mi viene di sottolineare che sono importanti le azioni, più che le parole. Le parole sono gratis, sono dette spesso senza pensare, vanno confermate dai fatti e da quel sentire profondo che ci compenetra e ci attraversa. Potremmo disquisire per ore su questo argomento. Un bacio da martedì nebbioso

  5. innamorarsi fino ad impazzire.. sì l’ho provato.. lo provo ancora.. perchè non passerà mai.. si crea un legame che va al di là delle distanze e della vita..

    p.s. il tuo marchingegno mi sembrava qualche strumento di un anatomopatologo.. ciao ciao:-)

  6. Allegramente vedo scritto il mio nick sul tuo post. Misiolina…misiolina…misiolina…sono io.

    Io parlo con il silenzio e amo chi riesce a capirmi. Chi non mi capisce perde punti…

    Diamo noi il significato alle parole. I dizionari servono ai professori.

  7. ma tu veramente per sbucciare una mela ti tieni tutto quel “ambaradàn” in cucina? Sarà che nella mia cucina non c’è spazio..invidia!!

    e perciò,ad ognuno le sue risposte..che i sentimenti riescono a darsele da soli..

    buonaserata

    compa.!

    😉

  8. Grazie della mela Michele. Purtroppo gli occhi da ebete è un po’ di tempo che non li ho più. Ma non tanto tempo. Sarà solo questione di aspettare!! Nel frattempo me ne andrò al mare! Un saluto, mauro

  9. io e l’amore abbiamo litigato, rotto, chiuso. troppo strazio, troppo struggimento, troppa malinconica nostalgia lacerante e che taglia il respiro. troppo tutto. non ho le forze. voglio entrare in letargo. non ho più forza.

    ;.)

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