Erano anni che non mi accadeva, sai. Almeno non a questo livello. Una specie di sindrome di Stendhal applicata alle parole scritte. Che, pur giunto a metà del libro "L’eleganza del riccio", già mi ripropongo di rileggerlo non appena l’avrò terminato o, tutt’al più, nei prossimi mesi. Cosa mi sta succedendo? Che l’effluvio delle parole annusate tra le pagine di quest’opera sta riempiendo la mia pancia vorace di quel genere di leccornie rare che hanno il potere di regalarti il senso più alto del concetto di bellezza. Autentica ed originale. Intendendo per bellezza la capacità di giungere al nucleo delle cose rimanendone sedotti.
La prosa di questo libro è elegante e linda. Ordito raffinato e, nel contempo, essenziale. Di una finezza scevra da protagonismi ed orpelli. Colta ma senza intelletualismi. Oltre ad essa ciò che sta conquistandomi maggiormente è la capacità introspettiva dei protagonisti, personaggi di variegata umanità e disumanità, raccontati dall’autrice con una lucidità che di rado avevo percepita prima d’ora tra le trame d’inchiostro di un testo. Tutto ciò ha un senso, ora. Mi sta dando un senso. Del quale farò tesoro. Grazie Muriel. Ebbene si, sto proprio godendone. Come un riccio. Vado avanti a sfogliare le vite.
mah, ce l’ho lì..dovrei cominciarlo..è la prima volta che ne sento parlare bene
ecco, mic, uno dei libri peggiori che mi sia mai capitato di leggere. ne ho anche parlato, qualche post fa. però mi fa piacere che a te piaccia. il bello dell’arte è che ha davvero miriadi di facce.
l’ho letto un anno fa, appena ho l’occasione lo regalo a qualcuno che amo o che semplicemente incorcia la mia strada e voglio che mantenga un ricordo di me…
ancora non l’ho riletto… ma lo farò…
🙂
Sinfo, secondo me ti stupirà.
Lo sapevo, Giò, della tua recensione negativa. Ne avevo pure parlato con un’amica che ha provato le mie stesse vibrazioni positive nel leggere il libro.
Facce di libro, eh, Ops, quest’espressione mi ricorda qualcosa…
Bea, sensibilità condivise. No?
ah ecco chi ne aveva parlato male..Giorgio!
chissà se ho i gusti più simili a lui o a te?
non l’ho mai riletto, ma mi ricordo un rapimento simile al tuo.
e l’avevo comprato essenzialmente per la copertina,
che i libri in classifica mi dan l’orticaria.
che poi anche la solitudine dei numeri prima mi aveva rapita per la copertina.
e mi è piaciuto moltissimo meno.
e a giò sì.
e ciao mic.
Ti racconto come l’ho incontrato: un dopopranzo d’estate a casa di mio fratello. L’ho sfogliato, ho iniziato a leggerlo immergendomi a testa in giù, poi l’ho dovuto lasciar lì.
Il giorno dopo l’ho comprato e l’ho trovato delizioso.
(Giò sulle critiche ha anche ragione, eh. Però m’è piaciuto, e anche parecchio.)
Buona lettura.
e’ li’ che mi aspetta e ora sono ancora piu’ curiosa di leggerlo!
chissà, magari ci faccio pace e lo rileggo. no, troppo improbabile 😉
ecco, un pò di coerenza.
🙂
Eddai, Giò, non improbabilirti troppo. Ha ragione My. Oppure avevi scelto la diottria sbagliata, a suo tempo.
ho appena finito “la maldestrìa dell’opossum”…
scherzo, lo leggerò, ho già adocchiato un paio di persone che ce l’hanno.
Lo sto leggendo anche io 🙂
un consiglio letterario caldeggiato da due amiche che stimo profondamente
ho fatto bene ad asccoltarle, loro mi conoscono bene, sapevano che mi avrebbe completamente assorbita
Blue
A me non e’ piaciuto. Ma ti voglio un gran bene.
Ora esco e lo prendo. Mi piace quella ‘bellezza’ lì.
Un abbracio Mic.
Lì
L’ho finito.
Il finale mi ha fatto male.
Così male che son rimasta a mezz’aria.
Ed ora madame michel mi manca.
Blue