Anciôe Belle Donne

Siamo seduti ad un tavolo, le mie due amiche zocche, Angie e Nayla, ed io. Iniziamo a degustare frittelle di baccalà e di anciôe. Il ristorante è nuovo, per me. Pareti colorate di arancio spugnato, luci calde e mobilia d’arte povera. Nessuna plastica artificiale ad infastidire le nostre propensioni d’amicizia e di racconti da raccontarsi di fronte ad una bottiglia di Fiano. Un posto di quelli che ti senti subito a tuo agio, a parte l’avida tirchieria dell’oste.

Due metri a destra c’è una coppia. Lui sui cinquant’anni, blazer in tinta unita e maglia nero pece sotto, aria leggermente austera, con due occhi profondi e scuri incesellati dentro una barba bianca ben curata, a cornice. I suoi gesti appaiono delicati ed anche incuriositi da quella donna splendida che è seduta di fronte a lui ed ora gli sorride, con ghigno intrigante, mentre il suo indice birichino scivola dentro quel che rimane di un dolce che potrebbe essere panna cotta. Il dito giunge alle labbra di lei che sembra guardare distrattamente oltre la pioggia che è impigliata sui vetri di una finestra che mostra i tetti di Genova. Civettuola.

Si. È proprio splendida questa donna nel suo corpo burroso, nei suoi capelli fini, nelle pieghe dei suoi vestiti da mercatino, nelle sue scarpe antiche e nelle sue dita che paiono aver attraversato un mare di tempeste ed adesso afferrano una maglietta turchese. Dita che si muovono a scatti, dita attraversate da una strana tensione, dita che compiono movimenti da bacchetta d’orchestra.

L’uomo potrebbe essere un vecchio capitano di vascello o un regista pirandeliano o, beh, che importa, non c’è bisogno di imprigionarlo in una categoria, penso. Si alza e si avvia verso un corridoio del ristorante scomparendo ai nostri occhi. Mentre si allontana noi ci diciamo che sembra uscito da un’epoca di transatlantici e sorrisi conditi da gesti gentili.

Ora lei, la donna splendida, è rimasta da sola, seduta sui suoi pensieri che sono sogni e viaggiano attraverso le sue espressioni orgogliose. Orgogliose, un po’ stupite ed assai ricche di desideri. Anche lei pare provenire da una cellulosa lontana nel tempo. È una donna che certamente deve aver incontrato ondate di malinconia lungo la sua vita. Lo dicono i suoi gesti e la sua apparente inadeguatezza. Apparente perchè il suo splendore riesce ad incantarci fino a farla assurgere al ruolo di una regina di cuori. Di certo non è bella da copertina ed il suo palcoscenico ha mai conosciuto lustrini e lussi. È un’anima senza tempo che un’età è proprio difficile dargliela. Non è neppure troppo composta, su quella sedia, a ben vedere. Ma è. È splendida, con sorpresa.

Torna l’uomo. Deve aver pagato il conto per due. La donna splendida gli sorride inarcando le soppraciglia e probabilmente lo ringrazia. L’uomo abbassa lo sguardo ed allunga la sua mano a lei. C’è sensualità a corrente continua. Ma non solo. C’è. C’è, ora, a spezzare la sobrietà del comportamento fino ad ora austero dell’uomo, un movimento delle sue labbra verso l’esterno che scompiglia le carte. Ne esce un’espressione di dolcezza che innonda la scena di incanto e silenzio. Senza imbarazzo.

La donna splendida accoglie la mano di lui. Poi, con l’altra, afferra dal davanzale una racchetta da sci. La appoggia sul parquet e, con un notevole sforzo, fa leva dal basso al cielo della stanza, alzandosi in piedi. L’uomo la prende sottobraccio. Sulla loro tavola è rimasta una bottiglia di vino bianco ed un’aura di splendore che inebria i movimenti delle nostre dita che brindano alla condivisione e all’improbabile coppia di avventori, emersi questa sera da uno dei mari più caldi che io abbia mai accarezzato.

Ora. Solo ora vedo l’incedere difficoltoso della donna splendida e storpia che si allontana con l’uomo verso la loro isola di intesa. Se esiste dio loro sono dio, per me, in questa sera di pioggia e anciôe.

N.d.b. Anciôe = Acciughe (Anciôe Belle Donne è il nome del ristorante).

35 Replies to “Anciôe Belle Donne”

  1. La bellezza, è negli occhi di chi guarda…….

    🙂 E’ una frase che mi gira nell’anima da una settimana, una settimana difficile… e tu, scrivendo questo, hai sciolto un nodo…..

    Un bacio….. Will

  2. Che bella storia di coppia. Sorprendenti le emozioni/intuizioni che ha destato in te. Mi sa che c’è del vero in quello che scrivi, negli atomi di vita dei due sconosciuti che hai raccolto dalla tua sera di pioggia e acciughe. Sarebbe sfizioso poterli seguire fuori dal ristorante e seguire la loro conversazione. Nella pioggia di Genova.

  3. Sarà la stanchezza, questa mattinata grigia di pioggia, i vestiti che ho addosso bagnati da un’auto in corsa sull’asfalto, la musica che mi ha accolto rientrando in ufficio. Sarà.. Ma è solo.. che in fondo tento di giustificare il brivido che mi ha percorso leggendoti 😉 NIKKA

  4. splendido, mic. lui era andato a fare qualche tiro di sigaro. il mozzicone era dentro un posacenere appoggiato su una sedia all’uscita. chissà se lei ha avuto l’occasione di assaporarne il gusto con il bacio della buonanotte? spero di sì.

  5. emersi questa sera da uno dei mari più caldi che io abbia mai accarezzato

    una carezza…sì…

    immenso come sei riuscito a farmela sentire…quella carezza…

    Ricordi?!…un’emozione forte è sempre nuova.

    Ecco. Sempre nuovo…sei….Mic…

    (Un Bacione*)

  6. Sulla loro tavola è rimasta una bottiglia di vino bianco ed un’aura di splendore

    è una descrizione piena di calore, di tenerezza antica, di desiderio vivo, di colore intenso

    🙂

  7. a me son piaciute le ancioe……..

    che sono burrosa e a dieta……

    ieri ero a zena…..

    pensa te…..delle volte.poi mi son ciucciata un “locale” (lo chiamo ancora così, si!)

    perché tanto l’IC era in ritardo e ci avevo da leggere…ma l’è dua

    ciao…..

  8. Che peccato! Scopro solo adesso questo blog, ed è già passato quasi un anno! Ma mi ricordo ancora bene di te, e di come hai provato a berti la bottiglia avanzata dalla coppia che tanto fingi di apprezzare…

    SCROCCONE IPOCRITA. Sei oltretutto un pessimo scrittore.

    Spero di non vederti mai più.

    L’avido oste, che ama la gente sincera, e i buoni libri.

    Fausto Cavanna.

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