E’ piacevole…
Risvegliarsi una domenica mattina, alquanto intontito dai troppi funghi e dal troppo vino della sera prima. Bere un caffè con due pasticcini avanzati, contare i piatti accatastati e sbirciare le macchie di sugo dipinte qua e là a ricordarmi che nella notte non è passata la fatina del pulito a restiture magicamente alla cucina il candore pregresso.
Buttare la testa sotto il lavandino. Mettere la colonna sonora di Forrest Gump a volume 10. Respirare a fondo il mare se pure con un leggero mal di stomaco.
Capire a singhiozzo gli sms che mi dicono “Ci si immerge” e poi “Forse no” e poi “Chiama il club subacqueo” e poi “Il mare pare mettersi al buono” e poi “Dietro-front: tutto annullato”.
Accendere il Mac e leggere qualche messaggio, leggere nuovi frammenti di vita dipinti con le parole dei blog più recenti. Rubare emozioni altrui e chiedersi se succede la stessa cosa con le mie.
Accorgersi, d’un tratto, che la domenica mattina se n’è già andata via e, decisamente, non ha lasciato un segno indelebile nella mia vita.
E’ tutto piacevole. Ma, non so mica, Mik, se piacevole sia uno stato di cui accontentarsi oppure.. se piacevole, al contrario, sia uno status privilegiato se paragonato alla sfiga di chi, al mondo, se la passa decisamente maluccio. Diciamo… di merda.
Ogni giorno, appena sveglio, faccio un bilancino della mia vita.
Da un lato mi vergogno di quanto ho avuto, delle fortune eccezionali accadutemi e neanche troppo meritate, del fatto che, in famiglia, stanno tutti benone, che anche oggi avrò un tetto per dormire ed un boccone da mangiare, della enorme libertà che ho, degli Amici su cui contare e degli oggetti che possiedo. Rifletto sui lussi e le ricchezze che la vita mi ha regalato paragonandoli alle sfortune nelle quali sono impelagati i più. Quelle vere di sfortune. Me ne vergogno e faccio abbastanza poco per riparare a questo torto che crea un buco nella mia coscienza. Egoisticamente ci convivo. Penso che la vita sia un grande monopoli e che… blabla.
Dall’altro lato, al contrario, penso che tutto sia relativo. Che non devo paragonare la mia vita a quella di persone che sono nate e vivono in contesti completamente diversi dal mio. Che potrei stare meglio. Che, quando qualcuno mi domanda come sto, non devo sempre e per forza rispondere “benissimo, grazie”. E che scrivo sopratutto per autoterapia, perchè mi sembra che non ci sia un modo migliore di vivere che quello nel quale tento di esprimere le mie emozioni sperando di riuscirle a comunicare e sperando, parimenti, di allontanare le mie paure. Ovviamente c’è un modo ancora migliore di vivere: non pensare. Dirigere la vita con l’istinto e con l’innocenza pura di bambino. Con la dolcezza che è una qualità impossibile da costruire a tavolino. Sgorga spontaneamente.
Anche se non piace ammetterlo… io penso. Ed il pensiero imbastardisce le sensazioni. Col pensiero nascono le paturnie, come quelle di questa domenica mattina, paturnie che mi fanno godere meno di quanto potrei e dovrei. A quest’ora avrei dovuto essere sott’acqua a respirare stelle marine ed invece sono qua a tirar fuori le viscere dallo stomaco. Sono qua nella mia stanza segreta anche se le sue pareti sono di cristallo. Cerco di mettere ordine dentro gli atomi entropicamente sgarbugliati della mia mente. A farmi seghe mentali come una donna.
Perchè una donna non ce l’ho. Una donna a cui rimproverare tale perversione. Ne ho tante e nessuna. Nessuna veramente che (povero piccino da consolare…) mi ami per quello che sono. Ecchi cazzo sono? Alle 15 e 39 di una domenica ex-mattina me lo chiedo con grande insicurezza decisamente celata al mondo reale. E non sono neanche troppo certo che quello che mi manca sia l’amore. L’amore tanto vissuto, decantato, invocato sulle pagine di voi che leggete. Talvolta nascosto dietro merlettati giri di poesie.
Penso.
Sarà l’amore che mi manca? Oppure, più verosimilmente, una complice che mi sostenga, che mi dica sei grande. Che mi prepari la colazione la domenica mattina. Che mi illuda di essere importante per lei e che gonfi a dismisura il mio ego e giustifichi la mia presunzione. Che sotterri le mie debolezze, i miei complessi, le mie bassezze. Che si dimentichi di mettere il tappo al tubetto del dentifricio. Che pianga e rida solo per me. Che mi esseemmeessi mi manchi. Che mi dica sei bellissimo. Che mi racconti, senza che l’ascolti veramente, la sua giornata. Che mi seduca e mi appassioni nelle notti altrimenti sole. Che. Che cazzo dico?
Dopo avere scritto questa sfilza di pensieri-seghette mentali mi fermo qualche minuto e medito. Provo a non pensare ma a sentire. Solo sentire.
Sento. Ecco!
Sento che è proprio l’amore che mi manca. Non le robe di cui ho scritto poc’anzi. Mi manca, semplicemente, emozionarCI, respirarCI, goderCI, sopra tutto sorpenderCI una donna-donna ed io-io.
Tante parole per esprimere un concettino così banale. Missà che i funghi della sera prima fossero un tantino allucinogeni! Ora che l’effetto è passato mi sento decisamente meglio. O sarà perchè ho scritto? Comunque sia buona domenica a tutti, belli e brutti.
N.d.R.M. 1 Io non so se sono riuscito ad esprimermi bene in questo pezzo. Non per tutti, almeno. Mea culpa. E’ possibile fare confusione ed allora preciso.
No. 1) E’ l’amore che mi manca. Non una complice che mi sostenga, le colazioni a letto e tutte quelle robe-cazzate. Chiaro, eh?
No. 2) Non mi piace il pensiero, il pensare. Quando, nel discorso, dico penso intendo dare al periodo che segue un’accezione decisamente negativa. Al contrario amo l’istintività del sentire. Chiaro, eh?
No. 3) Non cè il numero 3.
N.d.R.M. 2 E’ così difficile spiegarmi? Una cosa è l’amore. Un’altra sono le conseguenze, manifestazioni, prove dell’amore che possono anche essere piacevolissime. Ma NON vanno confusi, appunto, l’AMORE e LE CONSEGUENZE DELL’AMORE, a mio parere. Tutto qui.
Insomma… non ci si può illudere di avere l’amore solo perchè qualcuno ci gratifica…
Come stasera mi ha suggerito qualcuno, in maniera eccelsa:
AMORE: quando tu stesso non esisti più! e pur ti senti vivo nella contemporanea coesistenza di gioia e dolore….
😉
sempre in scrittura!
..in scrittura… un cantiere di parole..di pensieri in volo dentro te.. lascia che le tue dita trasformino i tuoi pensieri in emozioni altrui..
buona domenica.. di pioggia..
l’ho sempre detto. il blog è terapeutico.
p.s. però la colazione la domenica mattina la devi preparare tu. e portargliela a letto, pure.
no?
Bravo… è giusto essere onesti con se stessi… non c’è niente di male nel comprendere il vuoto dato dalla mancanza di… Amore!
🙂
la colazione a letto non è una cazzata.
è un gesto d’amore, un piacere, e un preludio…
anche se non piace ammetterlo.. quest’uomo PENSA!
claro.
e va beh una si assenta un attimino per il we, torna e vedi un po’ che cos’è successo.
Che ti manca l’Amore mi è chiaro.
Ma ti manca perchè non hai l’occasione di provarlo o perchè l’occasione c’è ma non lo provi lo stesso? Perchè in questo caso è meglio pensare ancora un po’.
concetto banale, dici…ma, in fondo, sono proprio le cose semplici e banali, quelle che tu descrivi e che fannno parte di noi, a mandare avanti il mondo…il problema, Mik, è che non è a noi che paiono banali, ma a quegli altri che ce ne privano…un nido, in fondo non siamo che alla ricerca di un nido, ci passiamo la vita a cercarlo…e mica sempre lo troviamo…
accipicchia, sai, nemmeno a me piace pensare, ma tu mi spingi sempre a farlo….;)
bacio! Sabrina
grazie infinite per la citazione!!!
mi ha lusingato e non poco…
buona settimana…
a presto
alessia
ho riletto questo tuo monologo…ti sei specchaito in te stesso…quando amiamo ci specchiamo in due occhi che ci rinviano un immagine sublime di noi :)))
certo che puoi dissentire, ci mancherebbe. e senza che questo modifichi la simpatia che ho per te. magari poi mi spieghi, ok?
…come si sta da te…respiro aria e profumo di mare..una carezza ilmercantedisogni
Sai, non mi piace l’ultima frase, quella che ti è stata suggerita: non credo che amore sia annullare se stessi (preferisco due che non hanno paura di rimanere due), nè che coesistano solo o per forza gioia e dolore…è solo vita, fatta di sentimenti e sensazioni anche banali, ma uniche per chi le vive.
Però se Amore arrivasse ancora una volta…
Questo fatto che tu la mattina della domenica RESPIRI il mare e devi chiamare il club subacqueo, mi crea una profonda, fastdiosa e incontenibile INVIDIA!!!!!
😉
C’e’ Amore quello vero a volte un po’ stanco… che aspetta… ti guarda e spera che tu lo riconosca… poi c’e’ la colazionealettoilciccicicl’esseemmeesseiltiamoituoiocchiilbuconellostomacoilcuorechebatte…e poi c’e’… Amore quello vero a volte un po’ stanco… che aspetta…ti guarda e spera che tu lo riconosca…. P.S. strana la storia del tappetto del dentifricio… e’ un annoso problema e potremmo continuare in eterno… ma per lui e’ lei che non lo chiude, per lei naturalmente lui…
Eh eh… mi sto perdendo nel tuo blog… sono qui al lavoro… ma… è un ora che leggo di te! bellissimo… certo che le tue seghe mentali fanno concorrenza a quelle femminili, davvero!!!
bello leggerti, ora scusa, ma devo finire… ho altri post, vado… speriamo non arrivi il capo! baci, P.f.
… respira ….